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2° testimonianza

Quest’anno ho accolto l’invito di partecipare mensilmente a degli incontri di formazione per ragazze presso il convento delle suore Clarisse della SS. Annunziata a Diano Castello.
Ne sono stata molto felice, soprattutto perché  ho incontrato donne, sia suore sia laiche, che hanno il desiderio generoso di dedicarsi alla formazione delle ragazze, in modo bello, simpatico, attraente, perché parte dalla concretezza dell’esperienza quotidiana: esperienza in cui per tutti è possibile incontrare Dio e vivere nella pienezza della sua gioia, nella “libertà dei figli di Dio”, come dice san Paolo.

In secondo luogo, sono rimasta molto colpita e grata per le ragazze che ho conosciuto e per la loro amicizia. In ciascuna si vede il desiderio di conoscere Dio, che è intimamente connesso con la ricerca della felicità, perché riconosciamo che il nostro cuore è fatto per l’Infinito, che non si accontenta di nulla di meno!

Questi incontri secondo me contribuiscono a rispondere al bisogno di “essere formata”, nel significato vero del termine, cioè “prendere forma”, la giusta forma che per ciascuno corrisponde al progetto di Dio su di sé, ovvero a far emergere ciò che davvero desideriamo e che ci realizza in pienezza, ciò che di più bello abbiamo.

L’iter di quest’anno ha avuto inizio con il riflettere sulla ricerca della gioia come bisogno insopprimibile, che fa parte del conoscersi, del capire chi sono, dove vado, cosa voglio; questo ha portato a veder l’importanza di avere un ideale da seguire e come realizzarlo. Si è quindi affrontato il tema dell’imparare ad amare in modo vero, che è essenziale considerando che siamo fatti per amare e che proprio lì possiamo realizzarci pienamente: si tratta di comprendere qual è il vero amore, importantissimo soprattutto oggi dove tutto sembra essere penetrato dal sentimentalismo o dall’egoismo. Siamo unione di corpo e anima: anche la corporeità esprime l’amore ed è segno, poiché Gesù si è incarnato tutto è redento. Spesso invece  riscontriamo una visione distorta dell’amore e quindi del corpo, visto come apparenza, oggetto di piacere…che non manifesta più il desiderio profondo dell’amore vero. Riscoprire questa realtà ci aiuta ad andare alla radice della bellezza e della gioia: Dio è mio Padre, mio Creatore e posso entrare in rapporto vero con Lui, da cui tutto dipende. Infine, nell’ultimo incontro si è affrontato il tema della testimonianza gioiosa che ciascuna di noi può dare negli ambienti quotidiani in cui vive.

Come ultimo pensiero, ritengo che la possibilità di partecipare ad incontri esclusivamente “femminili”, cioè per sole donne, sia un’occasione positiva (personalmente ne ho già avuta l’esperienza in altri contesti e ne sono molto contenta), perché permette di dedicarsi meglio a quello che fa parte dello specifico femminile e ad affrontare gli argomenti da un punto di vista più utile per le ragazze. Uomini e donne, infatti, sono diversi e hanno bisogni differenti, almeno nelle sfumature. Un’educazione che aiuta a formare appieno le ragazze le porta, secondo me, anche a sapersi relazionare meglio con i ragazzi, nelle numerose e giustissime occasioni di incontro che hanno.

Francesca Claveri

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